Dalla serie “Leaving and Waving” Sioux City, USA © Deanna Dikeman
La serie Leaving and Waving parla di famiglia, di invecchiamento e del dolore insito nel dirsi addio. Per ventisette anni Deanna ha scattato fotografie mentre salutava i suoi genitori, prima di rimettersi in viaggio, dopo essere andata a trovarli a Sioux City, Iowa. Dal 1991, ha continuato a farlo ad ogni partenza.
Per ventisette anni ho scattato fotografie mentre salutavo con la mano i miei genitori, prima di rimettermi in viaggio con l’auto, dopo essere andata a trovarli nella loro casa a Sioux City, Iowa. Ho iniziato nel 1991 con un’istantanea e ho continuato a fotografare a ogni partenza. Non mi sono mai prefissata di realizzare una serie: queste fotografie erano un modo per affrontare la tristezza della partenza. Col tempo è diventato il nostro rituale d’addio. Mi sembrava naturale tenere la fotocamera in uso anche mentre andavo via perché avevo scattato foto ogni giorno mentre ero lì.
Queste immagini fanno parte di un corpus di lavoro più ampio che ho chiamato Relative Moments nel quale ho raccontato la vita dei miei genitori e di altri familiari, questo sin dal 1986. Quando ho rivisto le fotografie della serie “Leaving and Waving” (‘partendo e salutando)’’ che nel frattempo si erano accumulate, ho scoperto di aver delineato una storia sulla famiglia, sull’invecchiamento e sul dolore insito nel dirsi addio.
Dalla serie “Leaving and Waving” Sioux City, USA, 2000 ©Deanna Dikeman
In una fotografia del 2009 mio padre non appare più: era morto pochi giorni dopo il suo novantunesimo compleanno. Mia madre, rimasta vedova, ha continuato a salutarmi con la mano mentre andavo via. Il suo viso si intristiva sempre di più con le mie partenze. Nel 2017 ha dovuto trasferirsi in una residenza assistita. Per alcuni mesi ho continuato a fotografare gli addii dalla porta del suo appartamento. Nell’ottobre del 2017 è morta anche lei. Quando me ne sono andata, dopo il suo funerale, ho scattato un’ultima fotografia, del vialetto vuoto. Per la prima volta nella mia vita, nessuno mi salutava.