Maurizio Galimberti

Progetto Sport, tra Dada e movimento. Ritmo/dinamico in ready

©Maurizio Galimberti

Lo sport, le figure leggendarie che ne sono state protagoniste, le fotografie del qui e ora, veicolate dalla stampa mondiale nel corso del tempo, diventano oggetto di interpretazione da parte dell’artista. Incentrandosi sul dinamismo dei corpi, dei punti di vista complessi e sulla ricerca di effetti compositivi altamente sofisticati, si viene a creare l’illusione di trasportare lo spettatore a quei momenti gloriosi, alle atmosfere di suspense, al coinvolgimento e al pathos, che sono al centro delle visioni proposte.

Queste fotografie ci conducono ad una percezione assoluta: il soggetto viene, in un certo senso, privato delle sue intenzioni immediate e primarie, per rimanere immortalato come un’icona, come emblema universale dello sort da lui praticato e ancora di più, del mondo primitivo da egli agito. Estratto dal contesto specifico dell’azione, perde il riferimento del momento ed esiste solo per se stesso.

Lo sport è divenuto parte della nostra quotidianità così lo sguardo dei fotografi e degli artisti non può prescindere dalla sua narrazione. Dalla scultura, alla prima fotografia del 1855 di genere sportivo – di ignota provenienza – fino alle pose degli inizi del ‘900, le rappresentazioni dei protagonisti dello sport sono caratterizzate da una sorta di messa in scena di corpi statuari e immobili. Bisognerà attendere le sperimentazioni scientifiche che tenteranno di bloccare lo scorrere del tempo in istanti più brevi, adatti alla percezione del movimento. esempio per eccellenza in questo campo è Eadweard Muybridge che, nel 1878, propone la dimostrazione tecnica di come avviene oggettivamente la corsa di un cavallo su pista. Seguiranno le evoluzioni delle tecniche istantanee e la diffusione della concezione delle discipline sportive, come sfida a superare i limiti umani e a porsi mete sempre più ambiziose. Nuovi territori da esplorare, attraverso determinate modalità, la cui risultanza è trasmessa da quell’effetto visivo perfettamente riconoscibile nelle immagini, che entrano nella memoria della gente, come momento da fermare, per diventare ricordo collettivo.

©Maurizio Galimberti

Le opere realizzate da Maurizio Galimberti sono i nuovi ricordi immortali di icone e momenti della cultura contemporanea. Già oggetto di attenzione di maestri, quali: Henry Fax Talbot, Brassa’i’, Robert Capa, con le immagini del Tour de France datato 1939, Andy Warhol, che rielabora la fortissima componente simbolica di un ritratto di Muhammad An, alias Cassius Clay, facendolo diventare simbolo della mitologia odierna. Il pugile più noto di tutti i tempi, rivive nelle pagine che seguono, attraverso una capacità di sentire profonda, rispetto ad una forma che si espande all’infinito, ad una forza inarrestabile, che si erge prepotentemente, sovrastando l’avversario inerme.

La sperimentazione realizzata dall’autore si sofferma sulla scomposizione del potenziale in movimento, che appare evidente in Yang Min, sapientemente frammentato in una ossessiva ripetizione dell’energia in potenziale. E ancora sulla plasticità di alcuni momenti in cui, le geometrie magicamente calibrate, vengono sintetizzate nella figura di Alberto Tomba. In una posa che crea un equilibrio apparentemente impossibile da attuare, come quello risultante ai nostri occhi: il soggetto è inquadrato tra la staticità della forma rilevata in una tensione estrema e contemporaneamente riesce a trasmettere la velocità con cui incede, nella leggerezza della neve che lascia alle sue spalle.

Le scomposizioni divengono a volte meno amplificate, offrendo una visione completa dei particolari umani ed emotivi dei soggetti, come accade per lo sguardo di Bob Beamon, l’espressione di Valentina Pezzali o per il sorriso esultante di Brandi Chastain. Dal volo leggiadro di Nadia Comaneci al balzo di Diego Armando Maradona, dallo scontro tra Zinedine Zidane e Marco Materazzi, durante una disputa mondiale che andava oltre il campo da calcio, all’incontro solidale tra due grandi antagonisti come Gino Bartali e Fausto Coppi. In bianco e nero, a colori, l’avventura sportiva viene ridefinita da Galimberti, come simbologia di esperienze ed emozioni umane, come immagini figurative e astratte, allo stesso tempo. Dal dinamismo vertiginoso delle visioni simultanee, agli inattesi effetti impressi sulla pellicola. Grazie all’esercizio visivo mantenuto costante dall’artista, il movimento fermato nell’istante, viene qui esploso e trasformato in ritmo incessante, destinato a propagarsi nello spazio e a permanere nel tempo.

L’esercizio Visivo, Benedetta Donato

BIOGRAFIA

Maurizio Galimberti (Como, Italy, 1956) grew up in Meda. He was trained as a survejor and in the building sites he developed his rigorous view with which he will impress the world of art. Since he was a young man, he won many photography competitions even under his mother or his wife name. At the beginning he uses a classic analogic film, mainly working in black and white and in diapo/cibachrome with a Widelux camera, then in the year 1983 his passion obsession for the Polaroid camera begins. He chooses this camera for the simple reason that he could not stand waiting for the process before viewing the result of his shoot and also because he was always afraid of the dark in the darkroom. He realized as well that the colors were amazing whe n photographed with the instant film so he began a long journey till today of research and experimentation in the use of this media. In the early nineties infact, he dropped the building family company and decided to dedicate himself only to photography. It was the year 1991 when the collaboration with Polaroid Italia begins. He soon becomes its official testimonial and the book “Polaroid Pro Art” is published in 1995, a true cult book for those ones passionate about Polaroid. He developed this peculiar technique of the mosaic of Polaroid because influenced by Boccioni’s futurism and Duchamp’s kinetic movement. In just an instant, Galimberti is able to visualize a complicated deconstruction of the subject he wants to photograph. This deconstruction is mathematic in its rigour and musical in its overall harmony. He reads the music in his mind. With the same mosaic technique he makes portraits.

SEDI ESPOSITIVE

Monastero del Carmine
Via Bartolomeo Colleoni, 21 Bergamo Alta (BG)

Ex magazzini del Sale
Via Arena, 7/A Bergamo Alta (BG)

BIGLIETTERIA UNICA PRESSO MONASTERO DEL CARMINE

ORARI & INFO

da venerdì a domenica
dalle 10.00 alle 20.00
1 novembre aperti

FOTOGRAFICA presenta “NOI, QUI”
IV edizione – 14 ottobre – 19 novembre 2023