Patrizia Riviera

La liberazione della follia

Verdello, Italia, 2014 Il Teatro Stalla è un teatro di ricerca con registi, persone in difficoltà, attori professionisti, operatori sociali e sanitari, persone che abitano la follia e soprattutto portatori di sogni. Gli spettacoli sono realizzati con una drammaturgia costruita insieme ai pazienti, da registi d’avanguardia e recitati in collaborazione ed empatia con gli animali, in un teatro che ha come palcoscenico l’arena. Una scena dello spettacolo “Il segno di Caino. Cosmologia del male” di Alessandro Garzella. ©Patrizia Riviera

“Piena realizzazione di un’etica della follia sarebbe il passaggio dalla liberazione dalla follia, alla libe-razione della follia; cioè il passaggio dalla cura alla condivisione, dalla restrizione e separazione della follia, al suo pieno diritto di cittadinanza.” ( Italo Valenti, “L’etica della possibilità” )

Patrizia Riviera inizia a collaborare come fotografa con la Fondazione Emilia Bosis – Ente no – profit, nel novembre del 2000, quando con un gruppo di persone con disturbi psichiatrici, ospiti in una delle comunità dell’ente, viaggiano in Patagonia Argentina e Cile.

 

La Fondazione Emilia Bosis si occupa di salute mentale e opera nel territorio bergamasco con tre Comunità, due Centri diurni e appartamenti protetti. In vent’anni, Riviera ne ha seguiti tutti i progetti: i viaggi con carrozze e cavalli nelle campagne lombarde; gli spettacoli teatrali con una drammaturgia costruita da registi d’ avanguardia insieme ai pazienti;  i laboratori di moda con il fashion designer Luca Hettner, e quelli di fumetto con Giorgio Carpinteri, maestro di quest’arte, e i laboratori di fotografia da lei condotti.

Queste fotografie sono la sintesi di tale lunga collaborazione.

Verdello, Italia, 2018 Laboratorio di moda con Luca Hettner (fashion designer) per gli ospiti della Fondazione Emilia Bosis, aiutati dagli studenti della scuola di moda dell’Istituto Caniana di Bergamo, in un progetto di alternanza scuolalavoro. Carla indossa l’abito prodotto durante il laboratorio. ©Patrizia Riviera

“Si tratta, innanzitutto, di spogliarsi dalla certezza del reale e lasciarsi risucchiare da ciò che è altro dal reale, arrischiarsi nei paesaggi dello strano, dell’incredibile, del catastrofico, dell’impenetrabile; si tratta di vedere la differenza come possibile; non come l’assurdo da confutare, ma neppure come l’irriconoscibile, lo straniero da isolare, e nemmeno come l’anomalo da normalizzare, l’inferiore da recuperare. Accettando di spogliarsi della supremazia del reale sul possibile, permettiamo – simuliamo – che la realtà sia una possibilità quanto la follia, e che questa sia compatibile con la realtà”. Italo Valenti, “L’etica della possibilità”

Provincia di Bergamo, Italia, 2021 La Fondazione Emilia Bosis partecipa con i pazienti alla Transumanza dei Bergamini. Un viaggio in carrozza, da Bergamo a Lodi Vecchio attraverso sentieri di campagna, per accompagnare una mandria di mucche al ricovero invernale. Antonio, sempre molto affettuoso, mi manda un bacio. ©Patrizia Riviera

“Il dolore è la parte predominante della malattia, ed è un corpo duro, rigido.

Il malato difende il proprio dolore, perché gli consente di appartenere ad un altro mondo, separato dagli altri. Chiede aiuto, ma contemporaneamente lo rifiuta. L’utopia iniziata da Basaglia è stata quella di proporre allo psicotico che la realtà è compatibile con la follia”. Italo Valenti, “L’etica della possibilità”.

 

Immagini di persone intense, belle di quella bellezza che viene dal profondo, creative, tenere e simpatiche, capaci di relazione e di amore. Un modo diverso di mostrare la follia, senza immagini retoriche di sofferenza e isolamento. Ma con immagini incentrate sulla persona, che è ritratta in modo crudo e amorevole, e non incentrate sulla malattia. Immagini che restituiscono dignità ad ogni esistenza, anche la più dolorosa, dignità che costituisce la premessa necessaria per superare lo stigma della follia, e per parlare di salute mentale, che ci riguarda tutti.

BIOGRAFIA

Patrizia Riviera (Milano, Italia, 1956), dal maggio 2000 vive a Bergamo. Inizia a fotografare nel 1992 frequentando la scuola “Donna Fotografa” di Giuliana Traverso. Fotografa professionista di repor-tage sociale, pubblica libri e servizi editoriali. è interessata all’emarginazione e alla solitudine. La ma-lattia mentale, in primis, e la demenza, sono gli argomenti principali delle sue indagini fotografiche. è inoltre fotografa fine art, con influenze espressioniste. Descrive il lato emotivo della realtà, e usa la fotografia per raccontare storie personali, intime. Negli ultimi anni le sue immagini hanno come sog-getto la Terra, che fotografa con un senso di nostalgia e di perdita, di rispetto e stupore. Espone nelle principali città italiane, in Europa e negli USA; è presente in collezioni pubbliche (Biblio-théque Nationale de France a Parigi) e private. Riceve diversi premi tra cui New Post Photography? Award, MIA Photo Fair 2020. Dal 2003 conduce laboratori espressivi, educativi e terapeutici di foto-grafia, prevalentemente in ambito psichiatrico.

SEDI ESPOSITIVE

Monastero del Carmine
Via Bartolomeo Colleoni, 21 Bergamo Alta (BG)

Ex magazzini del Sale
Via Arena, 7/B Bergamo Alta (BG)

BIGLIETTERIA UNICA PRESSO MONASTERO DEL CARMINE

ORARI & INFO

da venerdì a domenica
dalle 10.00 alle 20.00
1 novembre aperti

FOTOGRAFICA presenta “NOI, QUI”
IV edizione – 14 ottobre – 19 novembre 2023