JUlio Bittencourt

In a window of Prestes Maia 911 building

In a window of Prestes Maia 911 building Prestes Maia San Paolo, Brasile 2005 - 2008 ©Julio Bittencourt

Fotografia e metropoli hanno una storia comune, entrambi sono un fenomeno tipico dei tempi moderni e i prodotti di una razionalità tecnica rivolta alle masse come utili oggetti o destinati alla contemplazione. In questa coesistenza, la città offre se stessa alla fotografia come supporto e la fotografia accoglie la città come un privilegiato tema dove entrambe af-frontano una crisi dettata dalla loro espansione e dalla pressione delle barriere.

San Paolo, Brasile 2005 – 2008

Sin dalle sue origini, la fotografia si è posta in una posizione ambigua: è stata presentata come un modo preciso di “registrazione”, ma ha cercato di affermarsi come forma estetica di espressione aperta alla soggettività.

Invece di indirizzarsi verso questa duplice natura, la storia l’ha portata a dividersi: da un lato l’orientamento documentaristico, il giornalismo fotografico, la ricerca scientifica, le prove legali, la denuncia sociale; dall’altro le sue possibilità di manipolazione, i suoi dialoghi con la pittura e poi con i movimenti principali, altra contaminazione di tecniche diverse fino alla sua presenza nelle gallerie d’arte.

In a window of Prestes Maia 911 building Prestes Maia San Paolo, Brasile 2005 - 2008 ©Julio Bittencourt

La barriera simbolica che separa l’arte dalla documentazione è stata tuttavia ostacolata in entrambe le direzioni. Oggi, una invasione più sistematica e consapevole di questi territori mette a rischio le categorie che utilizziamo per comprendere la fotografia, ma ritroviamo il valore della sua complessità, che abbiamo impiegato molto tempo a riconoscere.

Ciò che vediamo in questo lavoro sono immagini negoziate, pose che non nascondono l’influenza del fotografo sull’ambiente. Il risultato è costruito consapevolmente. Si tratta di un lavoro di espressione impegnata, che evita però il dramma attraverso il rigore di un gioco che il fotografo suggerisce a se stesso: guardare alle finestre, dalle finestre, alla ricerca di qualcosa che rifletta la nostra esperienza frammentaria con la città. Chiarendo queste manipolazioni, le immagini continuano a rimanere un valido documento, mettendoci comunque di fronte alla realtà e facendoci toccare “con mano” le ferite vissute quotidianamente.

Sono uno spunto per riflettere sulle nostre città e, parallelamente alla fotografia, anche sui suoi problemi.

La città si espande e diventa oggetto di una crisi ancora più problematica in quanto si scontra con la pressione di barriere che sono sia simboliche che fisiche: regioni, periferie e quartieri ma anche mura e ostacoli geografici. Nel suo tentativo di “armonizzare” tutto quanto, costruisce, distrugge, ricostruisce, abbandona e ridefinisce gli spazi. Oggi alcuni desideri sono unanimi: dobbiamo ridare vita alle nostre città. Ma ciò implica qualcosa di controverso: modificare i nostri compiti e funzioni o semplicemente modificare il paesaggio? Riorganizzarla o promuovere un processo asettico? Cambiare le sue abitudini o anche i suoi abitanti?

In a window of Prestes Maia 911 building Prestes Maia San Paolo, Brasile 2005 - 2008 ©Julio Bittencourt

Queste immagini non offrono una risposta ma parlano della complessità delle forze che sono in gioco. Mostrare la decadenza dei materiali e la dignità che sopravvive dietro di essi. Ricordare che l’architettura non è solo cemento.

Rivelare l’assurdità di una politica urbanistica che non integra i suoi abitanti nella società ma li protegge da quest’ultima e viceversa.

Si tratta di un altro incontro tra fotografia e città, ma molto emblematico di ciò che si cela dietro la loro rispettiva crisi. Alla fine, ci offre la possibilità di discutere della legittimità di alcune aree delimitate o, diversamente, dei movimenti che le conduce alle trasgressioni.

BIOGRAFIA

Julio Bittencourt (São Paulo, Brasile,1980) vive e lavora a Parigi, è cresciuto fra la città di San Paolo e New York. Il suo interesse principale è studiare, attraverso storie diverse, la relazione fra l’uomo e il suo ambiente. I suoi lavori sono esposti in musei e gallerie di tutto il mondo, e sono pubblicati in riviste quali GEO, Stern, TIME, Le Monde, The Wall Street Journal, C Photo, The Guardian, The New Yorker, Esquire, French Photo, Financial Times, Los Angeles Times, The Huffington Post e Leica World Magazine, tra le altre. Bittencourt è autore di tre libri: “Dead Sea”, “Ramos”, “In a window of Prestes Maia 911 building”.

SEDI ESPOSITIVE

Monastero del Carmine
Via Bartolomeo Colleoni, 21 Bergamo Alta (BG)

Ex magazzini del Sale
Via Arena, 7/B Bergamo Alta (BG)

BIGLIETTERIA UNICA PRESSO MONASTERO DEL CARMINE

ORARI & INFO

da venerdì a domenica
dalle 10.00 alle 20.00
1 novembre aperti

FOTOGRAFICA presenta “NOI, QUI”
IV edizione – 14 ottobre – 19 novembre 2023